Babà Napoletano
Il Babà Napoletano.
A Napoli il Babà Napoletano viene preso molto seriamente, infatti il termine è entrato a far parte della lingua di tutti i giorni.
“Lo scorso mese mi hanno presentato un Babà, così lo chiamano ora, talmente inzuppato di liquore che gli ho dato fuoco. Perde di leggerezza e memoria”.
Paradossale e assurdo che sia queste sono le esatte parole con cui il padre dell’illuminismo francese, François-Marie voltaire, descrisse un dolce tanto celebre e iconico come il babà napoletano.
Ma come ci siamo arrivati? Per scoprirlo dobbiamo riavvolgere il nastro ed il suono che sentiamo è quello della caotica corte di Stanislao I Leszczyński, re Polacco decaduto e dal pessimo carattere finito in esilio a Lorena (regione della Francia di luigi quindicesimo) dove, in uno qualunque dei suoi giorni, scagliò contro la sua credenza, fracassando una bottiglia di rum, un particolare dolce polacco (tale Kougelhopf) di taglia piccola, dalla consistenza soffice, e dalla forma che richiama vagamente un funghetto… vi ricorda qualcosa?
È proprio da questa singolare e antica storia che nasce il classico babà napoletano, che l’antica pasticceria Mosè vi invita a gustare ed assaporare in tutta la sua stravaganza e bontà.
Nonostante la sua nobile nascita, il Babà è un dessert che viene gustato senza posate, magari mentre si passeggia in città. Può essere assaporato classico oppure guarnito con panna, crema pasticcera e amarena. Data la sua eccellenza il Babà napoletano è entrato di diritto nei prodotti agroalimentari tradizionali campani (P.A.T.) ed è chiaramente uno dei dolci preferito dai napoletani.
Può avere varie dimensioni, mignon da 5 cm o giganti da 15 cm. Bagnati con molto rum e accompagnati da rosolio, si trovano in tutte le pasticcerie napoletane.
La preparazione del Babà napoletano è un processo abbastanza lungo e laborioso, ma di sicuro successo una volta acquistati gli strumenti adatti alla sua preparazione.
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